T. Hermanni Hermanni ceppo toscano

Etimologia

Il nome Hermanni è in onore del medico e naturalista francese Jean Hermann (1738-1800), dalle sue collezioni  proviene l’olotipo.

Descrizione

I dati sono riferibili ai soli esemplari selvatici, in quanto alcuni fattori morfologici, principalmente la taglia e l’aspetto del guscio, in parte sono correlati alla specificità dell’habitat di sviluppo. Alcuni fattori condizionanti sono il tasso di umidità, l’irradiazione solare, la disponibilità di acqua e la tipologia e quantità delle risorse alimentari offerte dall’areale di frequentazione.

 

Ceppo italico

Italia settentrionale

Di piccola taglia con macchie chiare sul carapace.
Peso intorno ai 400 g, presente in quote collinari fino a 600 m s.l.m.
Dimensioni massime: femmina 15 cm, maschio 13 cm.

Toscana

Dal caratteristico carapace oblungo, con fondo giallo aranciato.
La femmina può raggiungere un peso di 1000 g.
Dimensioni massime: femmina 16 cm , maschio 14 cm.

Puglia

Colorazione delle macchie mediamente scura e taglia molto ridotta.

Peso: femmina 750 g, maschio 450 g, presente fino a 600 m s.l.m.
Dimensioni massime: femmina 15 cm, maschio 13 cm.

Calabria

Colorazione delle macchie scura e taglia nella media, colore giallo acceso spesso tendente all’aranciato.]

peso: femmina 750-900g, maschio 400-550g, presente fino a 1500 mt s.l.m.
dimensioni massime: femmina 17 cm, maschio 14 cm.

Sicilia

Simile alla Toscana ma con la colorazione delle macchie più scura.Sono molto frequenti esemplari con le scaglie golari contrassegnate da una o due bande nere. La seconda scaglia vertebrale è spesso convessa verso la parte anteriore.

la femmina pesa intorno ai 800-1200 g. Il maschio circa 450-700 g, presente fino a 1500 m s.l.m.
Dimensioni massime: femmina 20 cm, maschio 16 cm. Molto raramente le femmine possono anche arrivare a superare i 20 cm.

 Sardegna

Taglia molto grande e pelle scura, il capo presenta alcune macchie gialle. La testa dei maschi ha una forma all’incirca trapezoidale, nella maggior parte degli esemplari le scaglie golari sono contrassegnate internamente da due bande nere. La seconda scaglia vertebrale è spesso convessa verso la parte anteriore.

La femmina può superare i 2 kg di peso.

Dimensioni massime: femmina 24 cm, maschio 18 cm.

Corsica

Caratteristiche molto affini alla forma sarda, documentati casi di esemplari femmine di 23 cm.

Le scaglie golari sono contrassegnate internamente da una o nessuna banda nera.

Dimensioni massime: femmina 19 cm, maschio 16 cm.

 

Ceppo francese

La colorazione di fondo del carapace è giallo-oro con macchie non molto scure.
La pelle va dal giallo grigiastro del collo al grigio scuro del capo, con una macchia gialla retrostante l’occhio.
La colorazione della zampe è giallastra.
La separazione tra la prima e seconda squama vertebrale è diritta.
Le scaglie golari internamente sono prive di bande nere.
Dimensioni massime: femmina 20 cm, maschio 17 cm rmanni ‘Maiorchina’

Ceppo spagnolo

La colorazione di fondo del carapace è giallo-oro molto intenso, pelle gialla.

Maiorca

Dimensioni massime: femmina 15 cm, maschio 13 cm.

Minorca

Dimensioni massime: femmina 18 cm, maschio 14 cm.

Spagna continentale

Dimensioni massime: femmina 16 cm, maschio 14 cm. La differenziazione tra individui maschi e femmine si effettua tramite l’esame dei caratteri sessuali secondari. I maschi, inferiori di taglia, possiedono una coda lunga, robusta e grossa alla base, l’astuccio corneo è ben sviluppato, nella femmina la coda è piccola e corta, l’astuccio corneo è di ridotte dimensioni. La distanza dell’apertura cloacale dalla base della coda è maggiore nel maschio. I maschi adulti presentano una concavità nel piastrone per facilitare la monta sul carapace della femmina, il piastrone delle femmine e degli esemplari giovani e subadulti è piatto; l’angolo formato dagli scuti anali del piastrone è molto maggiore nel maschio; l’altezza degli stessi scuti è però maggiore nella femmina. Lo scuto sopracaudale del maschio è curvo verso il basso, nella femmina è allineato al carapace.

 

Comportamento

Le testuggini hanno una buona vista: sanno distinguere forme, colori e riconoscono anche persone. Hanno un senso dell’orientamento molto preciso: se vengono spostate qualche centinaio di metri dal territorio al quale sono molto legate ci ritorneranno in breve tempo. Sono molto sensibili alle vibrazioni del suolo anche se non hanno un udito sviluppato. L’odorato invece è ben sviluppato ed ha un ruolo importante nella ricerca del cibo e nella funzione sessuale.

Le testuggini di Hermann sono animali ectotermi e nelle prime ore della giornata si crogiolano al sole per innalzare la temperatura corporea ed attivare le funzioni metaboliche. L’esposizione al sole permette di assumere i raggi UVB atti alla sintesi della vitamina D. Raggiunta la temperatura corporea necessaria per l’attivazione degli enzimi atti alla digestione le testuggini si dedicano alla ricerca del cibo.

Con temperature atmosferiche superiori ai 27 °C diventano apatiche e cercano refrigerio scavando piccole buche al riparo della vegetazione bassa o riparandosi in piccoli anfratti. Con la discesa delle temperature si ha la ripresa dell’attività.

Nei primi giorni d`autunno, al calare delle temperature, i rettili smettono di alimentarsi, anche per più di 20 giorni, per poter svuotare completamente l’intestino da residui di cibo. Diventano sempre più apatici e, verso novembre o dicembre a seconda della latitudine, iniziano ad interrarsi o a ripararsi in luoghi protetti e cadono in letargo. La temperatura ideale di letargo, calcolata nel luogo di interramento è di 5 °C, temperature inferiori ai 2 °C arrecano danni cerebrali o morte, superiori ai 10 °C le inducono in uno stato di dormiveglia pericoloso per l’esaurimento delle scorte di grasso necessarie a superare l’inverno. In natura gli esemplari si interrano anche di 10-20 centimetri.

Il letargo è una fase metabolica assolutamente necessaria per questa specie, va impedito solo in caso di malattia o debilitazione.

La principale causa di morte, nel caso di esemplari tenuti a svernare all’interno di abitazioni da allevatori improvvisati è proprio la temperatura, che si presenta troppo alta per consentire il letargo e troppo bassa per consentire di continuare ad alimentarsi.

In queste situazioni se si vorrà tenerlo attivo, l’esemplare andrà collocato in un terrario riscaldato con un punto caldo sui 28 °C ed un punto fresco e ombreggiato sui 18 °C, con un substrato di 5 cm circa composto da un 40% di torba bionda di sfagno, un 40% di terriccio naturale privo di concimi e fitofarmaci ed un 20% di sabbia di fiume. Essenziale è una lampada UVB specifica per rettili necessaria per la sintesi della vitamina D occorrente per fissare il calcio.

Se si opta per un letargo controllato la testuggine andrà posta in una contenitore protetto dai roditori con una rete metallica, ricolmo del medesimo substrato del terrario. Il contenitore andrà collocato in un locale buio con temperature tra i 4 °C e gli 8 °C e una sufficiente umidità ambientale, 70% UR.

Il risveglio avviene generalmente nel mese di marzo ed è legato al rialzarsi delle temperature diurne

 

Riproduzione

Accoppiamento

Subito dopo il risveglio dal letargo inizia il corteggiamento da parte del maschio, con un rituale che prevede inseguimenti, morsi e colpi di carapace alla femmina. Il maschio monta sul dorso della femmina per la copula che avviene con l’estroflessione del pene contenuto nella grossa coda e in questa occasione emette l’unico verso udibile da questi rettili per il resto muti. La femmina può arrivare fino a 4 anni di anfigonia ritardata, conservando lo sperma in un apposito organo, la spermateca, all’interno dell’ovidutto.

Deposizione delle uova

Animali longevi, si hanno notizie certe di molti esemplari pluricentenari, raggiungono la maturità sessuale intorno ai 10 anni. Le Testudosonoovipare, le deposizioni avvengono in buche scavate dalla femmina nel terreno con le zampe posteriori. Le femmine di T. hermanni depongono anche in quattro volte, da maggio a luglio, un numero variabile di uova generalmente in proporzione alla taglia dell’esemplare.

Rottura dell’uovo con il dente 

Il tempo di incubazione, 2 o 3 mesi circa, e il sesso dei nascituri varia in funzione della temperatura. Con temperature di incubazione inferiore ai 31,5 °C si avrà una preponderanza di esemplari maschi, con temperature superiori ai 31,5 °C in maggioranza femmine. Giunto il momento della schiusa, spesso agevolata da una giornata di pioggia, la testuggine baby  per rompere il guscio si avvale del cosiddetto “dente dell’uovo”, un tubercolo corneo posto tra le narici e la mascella superiore, destinato a sparire in pochi giorni. La fuoriuscita dall’uovo dura anche 48 ore e in questo arco di tempo viene assorbito totalmente il sacco vitellino.
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