Ermes

Ermes, Hermes (in greco antico Ἑρμῆς) è una divinità della mitologia greca e della religione greca. Il ruolo principale che egli svolte è quello di messaggero degli dèi. Figlio di Zeus e della Pleiade Maia, è uno dei dodici dèi Olimpi. I suoi simboli erano il gallo e la tartaruga ma era chiaramente riconoscibile anche per il suo borsellino, i suoi sandali e cappello alati ed il bastone da messaggero, il kerykeion. Nella mitologia romana il corrispondente di Hermes fu Mercurio che, sebbene fosse un dio di derivazione etrusca, possedeva molte caratteristiche simili a lui, come essere il dio dei commerci. Etimologia del nome Rappresentazione di una cerimonia per la consacrazione di un’erma (Fedor Bronnikov, XIX secolo). Dal 1848, quando Karl Otfried Müller ne fornì una dimostrazione, si credeva che il nome Hermes derivasse dalla parola greca herma (greco ἕρμα), che identifica un tipo di pilastro quadrato o rettangolare decorato in alto con una testa (generalmente barbuta) di Hermes ed in basso con la raffigurazione di genitali maschili durante l’erezione. Negli ultimi anni però, la scoperta della precedente presenza del dio anche nel pantheon miceneo, testimoniata dalle iscrizioni in scrittura Lineare B ritrovate a Pilo ed a Cnosso che riportano “Hermes Aroia” (Hermes ariete), hanno fatto propendere per l’opinione opposta, ovvero che dal dio il nome sia
passato alla rappresentazione in forma di pilastro. In ogni caso l’associazione con questo tipo di costruzioni — usate ad Atenecon scopi apotropaici e in tutta la Grecia per segnare le strade e i confini — ha fatto sì che Hermes diventasse il dio protettore dei viaggi fatti via terra.

Il culto di Ermes

Templi dedicati ad Hermes erano diffusi in tutta la Grecia, ma il centro più importante dove veniva praticato il suo culto era Feneo in Arcadia dove si tenevano le celebrazioni in suo onore chiamate “Hermoea”.

Sarpedonte portato da Hypnos e Thanatos osservati da Hermes. Lato A del cosiddettocratere di Eufronio, ca. 515 a.C.
Il dio Ermes rivestiva il ruolo di psicopompo, cioè accompagnatore dello spirito dei morti, che aiuta a trovare la via per il mondo sotterraneo dell’aldilà, ed uno dei pochi che ha il permesso di frequentare gli inferi. Nell’Inno omerico a Demetra, Ermes riporta Persefone sana e salva da sua madre Demetra. Ermes accompagna nell’oltretomba le anime dei pretendenti di Penelope uccisi da Odisseo ed anche lo spettro di Dario I di Persia nella tragedia I Persiani.
Per gli antichi Greci infatti in Ermes si incarnava principalmente lo spirito del passaggio e dell’attraversamento: ritenevano che il dio si manifestasse in qualsiasi tipo di scambio, trasferimento, violazione, superamento, mutamento, transito, tutti concetti che rimandano in qualche modo ad un passaggio da un luogo, o da uno stato, all’altro. Questo spiega il suo essere messo in relazione con i cambiamenti della sorte dell’uomo, con lo scambio di beni, con i colloqui e lo scambio di informazioni consueti nel commercio nonché, ovviamente con il passaggio dalla vita a ciò che viene dopo di essa.

L’Inno omerico ad Hermes lo invoca come: dalle molte risorse (polùtropos), gentilmente astuto, predone, guida di mandrie, apportatore di sogni, osservatore notturno, ladro ai cancelli, che fece in fretta a mostrare le sue imprese tra le dee immortali”. Hermes funge anche da interprete, svolgendo il ruolo di messaggero da parte degli dei presso gli uomini, un compito che divide con Iris. Da Hermes deriva la parola ermeneutica, ovvero l’arte di interpretare i significati nascosti.
In greco un uomo fortunato veniva chiamato “hermaion”.
La figura di Ermes come inventore del fuoco può essere accostata a quella di Prometeo. Si credeva che Hermes, oltre alla siringa e alla lira, avesse inventato anche molti tipi di competizioni sportive e la pratica del pugilato: per questo era considerato il protettore degli atleti. Vari esperti di mitologia contemporanei hanno nei loro scritti messo Hermes in relazione con divinità imbroglione e ingannatrici presenti in altre culture.

Ermes è anche il dio degli oratori, della letteratura, dei poeti, dell’atletica, delle invenzioni, e del commercio in generale nonché, nella teologia greca, rappresentante del lógos(λόγος, ragione o parola).

Platone fa sostenere anche a Socrate che si ‘dice’ che: «Ermes è dio interprete, messaggero, ladro, ingannatore nei discorsi e pratico degli affari, in quanto esperto nell’uso della parola; suo figlio è il logos», pur ritenendo che in realtà di questi dèi non sappiamo nulla.

« Si tramanda che il loro capo sia Ermete, significando che bisogna compiere atti graditi con raziocinio, e non a caso, bensì verso quanti ne sono degni; infatti, chi sia stato trattato con ingratitudine diviene più restio a compiere benefici. Ora si dà il caso che Ermete sia il lógos, che gli dèi inviarono a noi dal cielo, facendo della razionalità una prerogativa esclusiva degli uomini, tra le creature che vivono sulla terra, il che essi ritennero di gran lunga eminente su tutto il resto. E ha preso nome dell’occuparsi di parlare (mésthain ereîn) ossia di dire légein, oppure del fatto di essere nostro presidio (éryma) e, per così dire, nostra fortezza. »

Questa caratteristica teologica è derivata dalla sua precedente interpretazione mitica come Dio dei confini e dei viaggiatori, dei pastori e dei mandriani, degli oratori e dei poeti, della letteratura, dell’atletica, dei pesi e delle misure, del commercio e dell’astuzia caratteristica di ladri e bugiardi.

La nascita di Ermes

Lo stesso argomento in dettaglio: Inni omerici.
Il dio Ermes nasce in una grotta del monte Cillene, dove la madre Maya, figlia del Titano Atlante si univa con il Re degli Dei Zeus all’insaputa della dea Era.
Il piccolo Ermes fu un bambino molto precoce: nel suo primo giorno di vita inventò la lira uccidendo una tartaruga, che diventò il suo animale sacro, e la notte stessa riuscì a rubare la mandria di bovini di Apollo suo fratello, nascondendola in una grotta e cancellandone le tracce degli zoccoli. Il piccolo Ermes sacrificò agli Dei due mucche, anche se tentato di mangiarsele. Quando Apollo accusò Ermes del furto, dopo aver consultato il volo degli uccelli, Maya lo difese dicendo che non
poteva essere stato lui, dato che aveva trascorso con lei tutta la notte. Tuttavia intervenne Zeus che disse che in realtà Ermes aveva effettivamente rubato la mandria e doveva restituirla , ma anche Apollo non doveva approfittare di suo fratello essendo più grande. Mentre discuteva con Apollo, Ermes cominciò a suonare la sua lira: il suono del nuovo strumento piacque
così tanto ad Apollo che, in cambio di esso, accettò che Ermes si tenesse la mandria rubata. Dopo qualche istate Ermes costruì il flauto traverso e fece a cambio con Apollo ricevendo il suo bastone da pastore. Ermes costruì anche la fisarmonica a bocca che scambiò con suo fratello che gli insegnò ad interpretare il volo degli uccelli. Da quel giorno Ermes divenne anche il protettore dei musicanti e il pastore di tutti i pascoli e di tutte le mandrie.