Chelonoidis carbonarius La testuggine a zampe rosse o geochelone carbonaria

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Chelonoidis carbonarius La tartaruga a zampe rosse o carbonaria

La testuggine a zampe rosse o carbonaria (Chelonoidis carbonarius (SPIX, 1824)) è una grande testuggine sudamericana, diffusa soprattutto in Brasile
Distribuzione e habitat
La specie è originaria del Sud America e più precisamente di aree adiacenti al bacino del Rio delle Amazzoni: Panamá, Colombia, Venezuela, Brasile fino al nord dell’Argentina, Trinidad, Paraguay, Bolivia e alcune isole dei Caraibi (Barbados, Martinica, Guadalupa, Antigua, Isole Vergini). Occupa le aree aperte delle savane umide e le foreste tropicali. Ama gli ambienti spaziosi, caldi e umidi e rifugge la luce solare diretta. L’umidità è di circa 60-90 % con temperature giornaliere attorno ai 25-30 gradi mentre durante la notte la temperatura può scendere anche fino ai 15-20 gradi.
Descrizione

Le dimensioni massime registrate sono di 51 cm (esemplare rinvenuto in Brasile il secolo scorso), ma le dimensioni medie si aggirano sui 29-40 cm di lunghezza.
Il carapace è liscio, robusto ed allungato, di colore in prevalenza scuro o nerastro con ampie areole gialle o giallastre o arancio o rosso-arancio degli scudi dorsali e laterali.
Questa specie è priva di scuto nucale. Il piastrone è quasi o completamente giallo con una macchia a forma di rombo più o meno estesa in coincidenza del centro del piastrone stesso, con aree tendenti al nero ai margini degli scudi.
La pelle della testa, della coda e delle zampe è prevalentemente nera o grigio scuro con macchie sulle scaglie gialle o arancio-rosso, più intenso sulle 4 zampe. In relazione alla distribuzione geografica, vi possono essere altre variazioni di colore della pelle.
Dimorfismo sessuale

Molto evidente e ben marcato, il maschio ha la coda molto più sviluppata, più lunga e larga e l’apertura cloacale più lontana dalla ase della coda mentre nella femmina è posto più vicino.
La forma del carapace nel maschio presenta un restringimento della corazza che se osservato dall’alto è simile ad un 8 o ad una clessidra, ha sempre un piastrone fortemente concavo al contrario di quello piatto della femmina. Inoltre, il maschio presenta gli scuti anali con un angolo più aperto, mentre nella femmina sono più ravvicinati e di forma ovoidale. Lo spazio fra il margine posteriore del piastrone e lo scuto sopracaudale del carapace, è doppio nella femmina rispetto al maschio, per facilitare il passaggio delle uova. Tutte queste caratteristiche si possono osservare al raggiungimento della maturità sessuale, quando l’animale ha ormai raggiunto i 18-20 cm di lunghezza. I maschi sono molto più grandi e pesanti.

Biologia
È più attiva il mattino e la sera o quando piove.
Riproduzione

In condizioni ambientali favorevoli, il corteggiamento e l’accoppiamento si verificano tutto l’anno, con i maschi che combattendo tra loro, possono anche causarsi ferite da morso. Le uova, da due a otto per volta sono allungate, vengono deposte in un nido scavato ai piedi di una pianta.
Nel corso dell’anno possono verificarsi più covate, generalmente da agosto a gennaio.
La durata media di incubazione va dai 90 ai 150 giorni. Le uova per conservarsi e per schiudersi abbisognano di una temperatura di 30-32 gradi con un’umidità di circa il 90%.
Le testuggini baby  escono anche a distanza di molti giorni l’una dall’altra dalle uova. I piccoli alla nascita sono lunghi circa 4,6 cm e pesano 26-32 gr. Il tasso di crescita è molto rapido i primi cinque-sei anni di vita, al termine dei quali, raggiungono 18-20 cm di lunghezza (che coincidono con il raggiungimento della maturità sessuale), e in seguito rallentano. A 18-20 anni di età, la lunghezza è di 25-30 cm.

Alimentazione

Prevalentemente erbivora, assume solo occasionalmente alimenti di origine animale. In natura si ciba di erbe (tarassaco, trifoglio, centocchio ed insalate), foglie, fiori, legumi, funghi, invertebrati ( farfalle, termiti, formiche e mosche), talvolta di carogne e feci di altri animali. in inverno in mancanza di queste si possono sostituire con cicoria, indivia scarola e radicchio.
Non deve mancare assolutamente una buona quantità di frutta matura (pere, mele, albicocche, pesche, uva spina, fragole, lamponi, melone, fichi e banane) e altri invertebrati (chiocciole, lombrichi, lumache, insetti). Occasionalmente si possono fornire funghi e proteine sotto forma di crocchette per cani (un paio di volte al mese).
L’alimento che predilige è la frutta ben matura caduta dagli alberi che rappresenta il 70% della dieta durante la stagione umida e il 40% durante quella secca. Molto apprezzati sono i fiori, le foglie e i germogli. Funghi, insetti e carogne rappresentano il 20% della dieta. Da adulta preferisce piante succulente e cactus mentre risulta essere onnivora in fase di crescita.
In cattività si possono somministrare grandi quantità di frutta, che il sistema digestivo di queste tartarughe è in grado di assimilare senza problemi. La banana va data con molta parsimonia. Altri alimenti indicati sono costituiti da vegetali a foglia, del tipo adatto alla dieta delle Testudo, funghi, fiori di ibisco e dente di leone, pellet per conigli a base di erba medica.
Una volta la settimana si lascia a disposizione una piccola quantità di cibo in scatola per gatti a basso contenuto di grassi (del tipo light), al massimo 25 g per un esemplare adulto, e proporzionalmente di meno per soggetti più giovani.
Una somministrazione più frequente può causare gravi danni metabolici e un’alterazione dell’accrescimento.
Purtroppo i proprietari, considerando queste tartarughe onnivore e cercando di stimolare un rapido accrescimento, tendono a fornire loro una quantità esagerata di proteine animali, nella convinzione che una somministrazione quotidiana sia “fisiologica”.
Spesso convincerli a moderare l’apporto di alimenti di origine animale si rivela un’impresa disperata. Nel discutere la dieta con i proprietari che hanno acquistato uno di questi rettili di recente, è fondamentale sottolineare la frequenza sporadica con cui le proteine animali vanno somministrate.
La dieta deve avere un buon contenuto di calcio e soprattutto un elevato rapporto calcio – fosforo, che si può ottenere con l’aggiunta di carbonato di calcio alla dieta, oltre all’utilizzo di un integratore minerale – vitaminico. E’ opportuno lasciare inoltre a disposizione dell’osso di seppia, che viene consumato a morsi.
E’ indispensabile che vi sia sempre acqua fresca a disposizione, in cui la testuggine possa immergersi per bere.
Rapporti con l’uomo
La legislazione include questa tartaruga nella Appendice II della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)[2] e nell’allegato B del reg. CE 338/97, tuttavia può essere allevata e riprodotta con successo dall’uomo. Il prezzo si aggira intorno ai 180 euro ogni esemplare.

In cattività le carbonarie richiedono una umidità ambientale medio alta, è necessaria comunque una ciotola larga e bassa nella quale gli animali possano immergersi e bere.
Molto importanti sono somministrazioni regolari e settimanali di vitamine, calcio, proteine animali ed una corretta esposizione ai raggi UV mediante l’utilizzo di appositi neon o lampade compatte.
Le uova devono essere poste in incubatrice ad una temperatura di circa 30-32 gradi con una umidità del 90%.

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La presente specie vista la sua rarità viene ordinata e prenotata su richiesta, per qualsiasi informazione non esitate a contattarci.